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La storia di Nelson Mandela (Morgan Freeman) raccontata attraverso una campionato di rugby. Non è un film storico in senso stretto e pur avvicinandosi alla categoria del film sportivo, non ne sposa tutti i canoni. Clint Eastwood ci racconta la riconciliazione del Sudafrica, attraverso il carisma del suo Presidente ed il fascino di una competizione sportiva. Ma occorre dirlo chiaramente: non è un film all'altezza dei gioielli a cui Eastwood ci ha recentemente abituati. Ben inteso, è un bel film. La mano dell'autore c'è e si vede. Ma stavolta non c'è quello che fa di Million Dollar Baby e Gran Torino due fra i migliori film degli ultimi anni. E'un film senza tensioni, senza chiaroscuri, un film a lieto fine dalla prima all'ultima scena. Non c'è dialettica, non c'è quella stupefacente capacità di emozionare e raccontare sentimenti senza cedere nulla alla banalità del sentimentalismo, che sono il marchio di fabbrica di questo grande regista da qualche anno addietro. Ne emerge la figura di un Mandela un po' troppa idealizzata, non a tutto tondo come ci saremmo aspettati. Non è un film privo di pregi, ma siamo certi che quando, ripercorrendo la filmografia di Eastwood, vorremo citare i film che sono rimasti, quelli che hanno lasciato il segno, probabilmente non è di Invictus che ci ricorderemo.
Il film finisce per imboccare la strada di una biografia politica fin troppo esemplare. Anche perché la scelta di accennare solo fugacemente ai tanti problemi che Mandela si trovò ad affrontare (da quelli familiari a quelli sociali e politici) se è comprensibile da parte di un regista sempre molto «pragmatico» e per niente «ideologico», finisce comunque per togliere forza e tensione allo spettacolo. (Paolo Mereghetti, Il Corriere della Sera)Regia: Clint Eastwood
Anno: 2009
Giudizio: ***
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