sabato 19 febbraio 2011

Another Year


La candidatura all'Oscar per la Miglior Sceneggiatura Originale di quest'ultimo lavoro dell'inglese Mike Leigh è stata notizia inattesa e gradita: capita di rado per un film in cui, di per sé, accade poco, che si limita a raccontare la quotidianità di una coppia sessantenne e benestante (l'occhio è puntato sulla piccola borghesia di provincia) e del microcosmo composto dai loro amici e parenti. Ma in tale ripetitività di gesti e situazioni (pranzi, cene, visite più o meno annunciate) Leigh vi cala una coinvolgente riflessione sul senso della vita e sul trascorrere monotono del tempo (già nel titolo), scandito appena dalle piccole novità, liete (il fidanzamento del figlio) o tristi (la morte della cognata) che segnano le vite ordinarie delle persone comuni. E volti comuni e familiari sono stati scelti per personaggi che non hanno alcunché di eccezionale, fra cui si distingue Mary, amica di famiglia invadente e scontenta, interpretata da una grandiosa Lesley Manville. Sono personaggi che si confrontano con la difficoltà del vivere e la sua incomunicabilità, con la solitudine e la nostalgia dei ricordi, con conflitti e tensioni latenti, con il dolore della perdita e gli spettri di un fallimento personale annegato in troppi bicchieri e troppe sigarette. Così, mentre le stagioni si alternano di pari passo cambiano gli stati d'animo e le atmosfere, più giocose e ed ironicamente allegre nella prima metà, via via più dolenti e malinconiche verso il cupo finale, anticipato de un prologo pessimista che funge da iniziale dichiarazione d'intenti. L'ultima inquadratura lascia con un nodo alla gola col suo messaggio senza speranza: l'infelicità, per quanto ci si affanni, è destinata a restare un male incurabile.



Regia: Mike Leigh
Anno: 2010



Giudizio: ***1/2

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