martedì 8 febbraio 2011

Il Discorso del Re


La storia di re Giorgio VI d'Inghilterra (Colin Firth) e degli incessanti sforzi con cui combattè per tutta la vita la balbuzie da cui era affetto, grazie all'aiuto di un logopedista (Geoffrey Rush), non vero medico ma acuto conoscitore dell'animo umano. Tom Hooper ha diretto un buon film sul tema del confronto dell'uomo con le proprie debolezze e della nobilitante lotta per il superamento dei propri limiti, con il messaggio di fondo che perseveranza, forza d'animo e coraggio di affrontare le proprie paure sono le qualità che contraddistinguono i vincenti nella vita. Ma c'è anche una riflessione sull'importanza della responsabilità, in un periodo in cui (siamo agli albori della Seconda Guerra Mondiale) la Storia chiamava gli uomini ad affrontare sofferenze e difficoltà. Interessante la raffigurazione di un mondo di cui, con la diffusione dei primi mezzi di comunicazione di massa, iniziava a cambiare per sempre la percezione ed il ritratto del lato umano del potere, attraverso le tinte delicate del rapporto fra re Giorgio ed i propri cari (la moglie, le figlie). A convincere meno, la psicologia un po' troppo incline al cliché (i turbamenti dell'infanzia, il peso dell'autorità paterna, l'ambiguo rapporto col fratello). Da godere la sequenza in cui re Giorgio fa le prove del discorso alla Nazione che seguì la dichiarazione di guerra alla Germania nazista, intervallando frasi gravi e solenni ad improperi e motivetti canterini per vincere le esitazioni della voce. Vero trionfatore agli Oscar 2011.



Regia: Tom Hooper
Anno: 2011


Giudizio: ***

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