domenica 5 dicembre 2010

Io Sono l'Amore


I Recchi sono esponenti dell'alta borghesia milanese: il patriarca e fondatore dell'azienda tessile di famiglia (Gabriele Ferzetti) ne ha lasciato la guida al figlio Tancredi (Pippo Del Buono), che ha sposato una donna russa, Emma (Tilda Swinton), da cui ha avuto tre figli: il pragmatico Gianluca (Mattia Zaccaro), il sognatore Edoardo (Flavio Parenti), la ribelle Elisabetta (Alba Rohrwacher). L'amico di Edoardo, Antonio (Edoardo Gabbriellini), cuoco talentuoso e passionale, sconvolgerà gli equilibri, scatenando emozioni violente, gelosie e tensioni.
Il regista Luca Guadagnino ha lavorato a questo progetto per dieci anni e lo si vede dalla cura formale che lo rende un affresco visivamente potente ed affascinante: la bellezza delle immagini restituisce il contrasto fra il mondo gelido ed impersonale di casa Recchi, dominato da rituali affettati e snobismo altezzoso, ed il mondo solare e romantico della campagna (vicino San Remo) dove vive Antonio e dove sboccia e si consuma, in scene di sensualità raffinata ed intensa, l'amore clandestino con Emma. Antonio, con quel suo aspetto trasandato e virile ed il suo amore per i sapori genuini ed i piaceri del palato (ed anche della carne) finirà per sprigionare le ipocrisie taciute, le pulsioni represse, gli impeti soffocati che pure albergano in casa Recchi: Emma troverà il vero amore, Elisabetta il coraggio di vivere la propria omosessualità, Edoardo quello di rifiutare le logiche spietate e senz'anima del capitalismo globalizzato. Questo contrasto fra vita e morte, fra autenticità e gelo interiore finice per rivelarsi però dissidio insanabile ed irreparabile e sui personaggi, ormai in balia di emozioni incontrollate, piomberà ineluttabile la tragedia (nella forma della morte di Edoardo). Se per due terzi del film la regia di Guadagnino è un piacere per gli occhi, il montaggio perfetto, l'interpretazione degli attori (la Swinton su tutti, ma anche la Rohrwacher) inappuntabile, lo script efficace nella sua minimalità ellittica, nell'ultima parte prevalgono aspetti più melodrammatici e la credibilità stessa dell'impianto narrativo vacilla, anche se l'eleganza della forma si mantiene inalterata. Opera interessante nel panorama del cinema italiano, capolavoro incompiuto di un regista che comunque mostra qui telento da non sottovalutare.



Regia: Luca Guadagnino
Anno: 2009


Giudizio: ***

2 commenti:

  1. totalmente d'accordo con te: per 2/3 davvero notevole, poi questa parte finale un po' così...
    comunque tra le cose più eleganti proposte dal cinema italiano negli ultimi tempi

    RispondiElimina
  2. Sì, peccato per quel finale. Aspetto comunque con curiosità il prossimo lavoro di Guadagnino, sperando che confermi quanto di buono ha fatto in questo film.

    RispondiElimina