mercoledì 12 gennaio 2011

Soul Kitchen


Il giovane greco Zinos (Adam Bousdoukos) gestisce ad Amburgo una taverna che è poco più di una bettola, ma l'arrivo di un cuoco raffinato e un po' strambo lo trasformerà in un locale di gran moda. Intanto Zinos è alle prese con mille guai: è in bolletta, la bella fidanzata lo lascia, il mal di schiena lo tortura, ha il fisco e l'ufficio d'igiene alle calcagna, il fratello Illias (Moritz Bleibtreu), appena uscito di prigione, si gioca a poker il ristorante. Ma tutto è bene quel che finisce bene.
Akin gira una commedia senza pretese, ma tutto sommato divertente, sui temi dell'importanza dei sogni e della difficoltà di realizzarli, della caparbia intraprendenza giovanile e dell'edonismo spensierato (è un film in cui si ascolta buona musica, si beve tanto, si mangia bene, non manca il sesso), con qualche spunto di polemica sociale (contrapponendo una borghesia avida, volgare e senza scrupoli all'estro romantico e creativo della gioventù squattrinata). Il punto debole è in una sceneggiatura che scoppietta un po'troppo (con qualche caduta di stile, come nella sequenza dei bagordi che seguono un dessert particolarmente afrodisiaco) prima di prendere la scorciatoia più facile per un finale scontato, che mette tutto a posto. Sicuramente migliore il lavoro sui personaggi, alcuni ben riusciti: il vecchietto affittuario di Zinos è, con la sua scurrile irriverenza, assolutamente esilarante.
Premiato a Venezia col Leone d'Argento. Il titolo è il nome del locale.




Regia: Fatih Akin
Anno: 2009


Giudizio: **1/2

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