martedì 10 agosto 2010

4 Mesi 3 Settimane 2 Giorni


Romania, 1987. La giovane Gabita (Laura Vasiliu) è rimasta incinta ed ha deciso di interrompere la gravidanza. Otilia (Anamaria Marinca), la ragazza con cui divide la stanza nella Casa dello Studente, si fa in quattro per assisterla: trova una camera d'albergo, racimola il denaro necessario, incontra il poco raccomandabile Mr.Bebe (Vlad Ivanov), che si occuperà di far abortire Gabita clandestinamente (allora era pratica illegale). Otilia arriverà perfino a concederglisi, pur di aiutare l'amica. E sarà ancora lei a doversi disfare del feto.
Sarebbe un errore credere che questo piccolo gioiello di Mungiu (Palma d'Oro a Cannes) sia prevalentemente un film sull'aborto. In parte lo è, naturalmente, ma al centro dell'attenzione non pone i complessi dilemmi morali implicati dal gesto. 4 Mesi 3 Settimane 2 Giorni è innanzitutto un film storico: ricostruisce, con grande cura dei dettagli, la vita e l'aspetto della Romania di Ceaucescu, le misere condizioni di vita delle classi popolari (ma anche il benessere contenuto del ceto medio), i sotterfugi del marcato nero, lo squallore degli ambienti, l'arretratezza socioeconomica; al tempo stesso, è un film politico, che pur indirettamente, parla del regime comunista, del clima di diffidenza, sospetto, paranoia e timore che si respirava fra le persone; ha a che fare anche con la condizione di oppressione della donna nella società rumena (tema oggi non meno attuale), la cui assoggettazione alla cultura maschilista è ben rappresentata dalla tremenda violenza psicologica che Gabita e Otilia subiscono, quando Mr.Bebe le costringe a prostituirglisi; infine, è, come dicevamo, anche un film sull'aborto, che Mungiu tratta con rispettoso distacco fino alla celebre, discussa e discutibile (ma non per questo sbagliata) inquadratura del feto espulso, le cui ben riconoscibili fattezze umane sono uno shock a cui Mungiu sottopone lo spettatore e con cui sembra prendere posizione.
L'impianto tematico tutt'altro che banale è supportato da una regia sapiente, attenta al particolare, alla scelta della giusta inquadratura (più statiche quelle negli interni, con angoli visuali di innegabile immediatezza ed efficacia, più dinamiche quelle che inseguono Otilia nei sui peregrinaggi attraverso la città, specialmente nella sequenza notturna). Ma dove Mungiu si supera è nella precisione della sceneggiatura, che funziona alla perfezione riuscendo a creare un crescendo di tensione, anche grazie a meccanismi propri del cinema thriller (ad esempio l'esteso uso del fuori campo), qui riadattati con maestria. L'esattezza dei dialoghi (che contribuiscono in modo decisivo alla resa naturalistica della messa in scena), la buona intepretazione degli attori (la Marinca su tutti), l'approfondimento piscologico sui personaggi completano il quadro, a dimostrare come anche un film (apparentemente) semplice e lineare sa lasciare il segno, se dietro c'è una mano d'autore.
Il titolo allude alla durata della gravidanza di Gabita, al momento dell'aborto.



Regia: Cristian Mungiu
Anno: 2007


Giudizio: ****

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