martedì 31 agosto 2010

Oltre le Regole - The Messanger


Il sergente Will (Ben Foster), tornato da poco dall'Iraq, ed il capitano Tony (Woody Harrelson) hanno il gravoso compito di comunicare la caduta dei soldati al fronte alle rispettive famiglie. All'apparenza incompatibili, i due stringono una sincera amicizia che li aiuta a confrontarsi con le proprie difficoltà personali: l'alcolismo di Tony e la sofferta relazione con l'ex-fidanzata Kelly (Jena Malone) per Will, il quale cerca intanto di costruire un nuovo rapporto, complesso e fragile, con Olivia (Samantha Morton).
Il regista debuttante Oren Moverman firma un intenso film anti-bellico (anche se non dichiaratamente) sull'invisibile guerra irachena (finalmente sottratta all'anestetica idealizzazione dei media): attinge, rielaborandolo con intelligenza, al repertorio classico dell'alienazione del reduce (ben codificato nella vasta filmografia post-Vietnam, da Il Cacciatore a Taxi Driver): la morte come destino comune per chi conosce gli orrori del fronte (fisica per i caduti, morale e psicologica per i sopravvissuti), l'inevitabilità di tornare cambiati nell'intimo e devastati nell'animo, l'incapacità di rinserirsi in una vita comunemente ordinaria, l'incomunicabilità del male, il senso di colpa di chi si è salvato. Ma ciò che arricchisce il film di una dimensione più profonda, caricandolo di emotività senza però scadere nei patetismi, è quell'entrare, un po'intrusivo ma toccante, nell'intimità dolorosa di famiglie sconvolte dalla tragedia, dipingendone con tratto garbato e rispettoso la galleria di reazioni: dalla disperazione cieca, al rifiuto rabbioso, dall'incredulità sgomenta, al cordoglio attonito. E'un mondo di anziani, donne e bambini che la mancanza di uomini fa sembrare più indifeso e vulnerabile e che si trova a dover elaborare, con le proprie sole forze, lo sconcerto traumatico del lutto. La forza rivelatoria di alcune sequenze (su tutte, quella disturbante e terribile dell'irruzione dei due, ubriachi e malridotti, al matrimonio di Kelly) e la pregnanza dei dialoghi, la verosimiglianza psicologica e le rarefatte scaglie di ironia ne fanno un film dall'enorme potenziale, purtroppo in (piccola) parte tradito da qualche eccesso di scrittura (il padre irascibile e stizzoso che va a chiedere scusa, il finale vagamente consolatorio), probabilmente inserito per venire incontro ai gusti del grande pubblico. Ma il risultato finale è comunque di invidiabile riuscita. Sceneggiatura premiata a Berlino, Harrelson è stato candidato, come attore non protagonista, sia all'Oscar che al Golden Globe.

"Senza quel finale troppo risolto e qualche eccesso d'enfasi, infatti, il film sarebbe stato tragicamente perfetto" (Boris Sollazzo, cinematografo.it)


Regia: Oren Moverman
Anno: 2009



Giudizio: ***1/2

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