domenica 20 giugno 2010

Il Segreto dei Suoi Occhi


Benjamin Esposito (Ricardo Darin), dopo una carriera in tribunale, è ormai in pensione e si accinge a scrivere un romanzo, al centro del quale vi è il caso Morales, una storia giudiziaria di stupro ed omicidio che da venticinque anni lo ossessiona. Mentre in lunghi flashback vengono ricostruiti i fatti di quel lontano 1975, Benjamin ne rivive i ricordi e torna ad incontrarne i protagonisti. Anche gli ultimi nodi finiranno così per sciogliersi.
Il Segreto dei Suoi Occhi (tratto da un romanzo di Sacheri) non è un film giallo, per quanto racconti la storia di un delitto, le indagini conseguenti, le false piste, lo smascheramento del colpevole e la sua cattura, con tanto di rocambolesco inseguimento nella spettacolare sequenza allo stadio, di ammirevole perfezione tecnica; non è nemmeno un film sentimentale, eppure ampio spazio vi trova l'amore mancato fra Benjamin e la bella Irene (Soledad Villamil), rimasto sospeso per molti, lunghi anni e mostrato solo attraverso un intenso gioco di sguardi rivelatori; non è nemmeno un film storico, ma sullo sfondo è ben riconoscibile l'Argentina del golpe militare del 76, su cui cominciavano a soffiare i venti nefasti del terrore di stato. Campanella riesce a fondere i tre generi, creando un ibrido interessante ed originale, girato non senza ironia e con l'abilità del cineasta di classe. Non sarà un caso se molti dei leitmotiv del film (gli occhi, gli sguardi, le foto) alludono alla visione oppure (la macchina da scrivere, il romanzo, le lettere) alla scrittura, i due elementi che costituiscono, nel connubio di mise-en-scene e sceneggiatura, l'essenza stessa dell'opera cinematografica. Ma il merito maggiore del film è probabilmente la funzione di memoria storica che assolve (attraverso il tema dell'importanza del ricordo e della sua comprensione come chiave di interpretazione del presente): è nella figura di Isidoro Gomez (Javier Godino), assassino e stupratore arruolato negli squadroni della morte che viene identificato quel male odioso e assoluto che ha terrorizzato il paese per troppi anni ed è nel terribile, interminabile supplizio che Ricardo Morales (Pablo Rago) gli infligge per vendetta che si legge quel bisogno di elaborare un dolore non ancora sopito, necessario affinché la vita interrotta di una nazione ferita e sconvolta riesca finalmente a far i conti con il proprio passato ed a ripartire. Premio Oscar come miglior film straniero.



Regia: Juan Josè Camapanella
Anno: 2009


Giudizio: ***1/2

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