sabato 19 giugno 2010

L'Enfant


Bruno (Jeremie Renier) e Sonia (Deborah Francois) sono una giovane coppia di diseredati che, poveri e senza lavoro, vivono relegati ai margini della società, sopravvivendo agli stenti grazie ai piccoli furti compiuti da lui. Allorché Sonia ha un bambino, Bruno cerca di venderlo a sua insaputa al mercato nero delle adozioni. Incredula e sconvolta, Sonia lo lascia e lo denuncia. Bruno, solo e senza un soldo, finisce per mettersi nei guai, fino a quando l'ennesimo scippo va male e finisce in prigione.
Il tratto saliente del cinema dei Dardenne è lo stile iperrealista, la ricchezza e la concretezza dei particolari che danno un taglio quasi documentaristico al narrato. Ne scaturisce un quadro naturalistico, verista, che offre uno spaccato sul mondo del sottoproletariato urbano, sui suoi luoghi (la baracca, il dormitorio, il parlatorio) ed i suoi riti (la spartizione e la ricettazione della refurtiva, i piccoli traffici, l'elemosina, la visita dell'assitente sociale, la fila per il ritiro del sussidio statale). La regia rinuncia alle sottolineature, sparisce ogni commento (anche musicale), il ritmo non è dettato dalle esigenze narrative, ma si adatta agli avvenimenti, ora facendosi più teso, ora dilatandosi in in una moltitudine di piccoli gesti banali. E' come se la storia si raccontasse da sè, con l'occhio della telecamera passivamente pronto a registrare gli stati d'animo dei personaggi (specialmente di Bruno, letteralmente scortato dalla macchina da presa che lo segue, lo affianca, lo scruta), a volte concentrandosi su primi piani ravvicinati, a volte osservando a distanza in campo lungo. Quello che viene mostrato è, a suo modo, un percorso di formazione: Bruno, di cui inizialmente quasi infastidisce l'ingiustificata spensieratezza, l'immaturità, l'incoscienza (in forte contrasto, invece, con la premura materna di Sonia), acquisisce gradualmente consapevolezza di sè attraverso le esperienze dello sbaglio, della colpa, della violenza subita, della paura, della solitudine, della disperazione. E' quando si costituisce per scagionare il ragazzino che gli fa da complice che compie la sua prima vera assunzione di responsabilità e comincia a diventare uomo. Il pianto finale, catartico e liberatorio, è l'inizio (forse) di una nuova maturità, di un'altra vita. Palma d'oro a Cannes.


Regia: Jean-Pierre e Luc Dardenne
Anno: 2005


Giudizio: ***1/2

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