giovedì 24 giugno 2010

Into The Wild


Basato sul romanzo Nelle Terre Estreme di Krakauer, a sua volta ispirato a fatti realmente accaduti nei primi anni 90. Il giovane Cristopher McCandless (Emile Hirsch), terminati gli studi universitari, decide di tagliare i ponti con la famiglia (con cui è in conflitto) e le convenzioni della middle-class e parte all'avventura alla ricerca di se stesso e della natura più incontaminata, dirigendosi verso nord, con meta finale l'Alaska. Non farà ritorno.
Il mito del viaggio verso l'ignoto, in questo road movie atipico, è storia di ribellione, radicale nella sua anarchia individualistica, verso il conformismo borghese ed i falsi valori materiali del consumismo. Quello di Cris è un rifiuto drastico delle costrizioni sociali, che passa attraverso un cambio di identità (adotta uno pseudonimo per celare il suo vero nome, si disfa dei documenti, assume un aspetto trasandato), la liberazione da ogni legame col passato (non scrive lettere neppure alla amata sorella), la rinuncia ai simboli del benessere (abbandona l'auto, brucia, con gesto violentemente allegorico, il proprio denaro). Nella sua aspirazione ascetica, è alla ricerca del senso più autentico e dimenticato dell'esistenza umana, di una spiritualità perduta. Ancor più in profondità, la sua contestazione non è rivolta solo contro una specifica società, ma contro la Civiltà in quanto tale, in cui identifica, in netta contrapposizione con la Natura, un ostacolo alla missione ultima di cogliere la Verità più pura ed esperire la Libertà più assoluta. Tuttavia, l'idealizzazione rousseauiana della benignità della Natura è progressivamente contraddetta dall'ostilità dell'ambiente. La sequenza più significativa è forse quella dell'uccisione dell'alce, rottura simbolica di un idillio che graverà su Cris con l'incombenza di una maledizione: da allora la natura rivela la propira impietosa, leopardiana indifferenza verso l'uomo e conduce un Cris morente alla inaspettata conclusione che non c'è felicità senza condivisione (come appunta nella sua ultima annotazione), che l'ostinato, egoistico rifiuto di vincolarsi a chi pure l'ha amato incondizionatamente (la coppia hippie, la giovanissima cantante, il vecchio veterano) l'ha costretto ad una solitudine irrimediabile.
Sean Penn è consapevole di affrontare temi di portata universale e lo fa puntando su un registro ricercatamente alto, cercando un taglio autoriale. La suddivisione in capitoli, la misurata alternanza dei piani temporali, il tono letterario delle voci narranti (che non rinunciano alla citazione, da Thoreau a Tolstoj, a London), la raffinata fotografia che immortala la bellezza delle ambientazioni naturali, le sottolineature del rallenty, l'emozionante colonna sonora (in buona parte curata da un eccezionale Eddie Vedder, cantante dei Pearl Jam) mostrano come Penn ricerchi un lirismo poetico che forse non è del tutto nelle sue corde, ma che raggiunge qui vette di tutto rispetto. Il fotogramma finale mostra il vero McCandless.



Regia: Sean Penn
Anno: 2007


Giudizio: ****1/2

1 commento:

  1. "the neighbour at desk"1 luglio 2010 alle ore 04:46

    RISE (E.Vedder)

    Such is the way of the world
    You can never know
    Just where to put all your faith
    And how will it grow

    Gonna rise up
    Burning black holes in dark memories
    Gonna rise up
    Turning mistakes into gold

    Such is the passage of time
    Too fast to fold
    Suddenly swallowed by signs
    Lo and behold

    Gonna rise up
    Find my direction magnetically
    Gonna rise up
    Throw down my ace in the hole

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