martedì 16 novembre 2010

Animal Kingdom


Dopo la scomparsa della madre, il giovane Joshua (James Frecheville) va a vivere con la nonna Janine (Jacki Weaver) e gli zii Andrew (detto Pope ed interpretato da Ben Mendelsohn), Craig (Sullivan Stapleton) e Darren (Luke Ford), delinquenti che operano in vari settori della criminalità di Melbourne (rapine, spaccio). Quando la polizia uccide Barry (Joel Edgerton), amico e socio di Pope, si innesca una spirale di terribili vendette. Joshua si trova a rivestire il ruolo di testimone chiave nel processo che vede coinvolti i suoi zii ed è spinto da un detective (che ha preso a cuore il suo caso e vorrebbe aiutarlo) a collaborare con la giustizia. Ma alla fine sceglierà di fare giustizia da sè.
L'australiano Michod ha riversato in questo cupo crime movie di genere una visione profondamente pessimista dell'umanità, imbevendola di un nichilismo senza mezze misure: non esistono bene o male, nè buoni o cattivi, vige solo la legge del più forte, la società è come una giungla (come afferma programmaticamente già il titolo e come sottolineano molte immagini, come quella in cui Craig giace senza vita e le mosche gli si posano sul viso, come fosse la carcassa stramazzata di un animale morto). Non c'è spazio, in questo mondo violento ed iniquo, per percorsi di redenzione (ed infatti Barry muore propripo quando ha deciso di cambiare vita) o per chi è reso debole e vulnerabile dalla paura (Craig). Joshua è quindi messo davanti ad una possibilità di scelta, ma sia le istituzioni corrotte (la squadra antirapina uccide discrezionalmente, la squadra antidroga fa affari con i trafficanti), sia il microcosmo familiare (spietato e cinico, con una madre crudele e priva di ogni scrupolo più degli stessi figli) la rendono una scelta obbligata: l'adesione alle regole selvagge della brutalità, della prevaricazione, della vendetta è necessaria per la sopravvivenza in un "regno animale" privo di reali vie di salvezza. E così il percorso che Joshua intraprende suo malgrado lo porta ad assomigliare mostruosamente allo zio Pope, il più feroce dei tre, di cui nell'ultima, dura sequenza prende simbolicamente il posto. Spessore tematico dunque, ma anche sequenze d'autore, ritmo misurato ed una sceneggiatura solida e convincente (peraltro vagamente ispirata a fatti veri) fanno di Animal Kingdom un debutto assai interessante e di Michod un regista da non perdere d'occhio.



Regia: David Michod
Anno: 2010


Giudizio: ***1/2

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