mercoledì 12 maggio 2010

Mystic River


Da un romanzo di Lehane: tre bambini, Sean, Jimmy e Dave, giocano per strada quando un'auto si ferma e due uomini portano via Dave con un pretesto: sono pedofili ed abuseranno di lui. Molti anni dopo, ormai adulti, le loro strade tornano ad incontrarsi: la figlia di Jimmy (Sean Penn, ottimo come sempre) è stata uccisa e sul caso indaga Sean (Kevin Bacon) che è nell'FBI, squadra omicidi. I sospetti si concentrano su Dave (Tim Robbins), che finirà per pagare con la vita, seppur innocente.
Pur muovendosi entro la struttura del thriller classico, Mystic River è fine nell'introspezione psicologica dei personaggi (ognuno dei quali convive con un dramma) ed affronta temi universali: l'impossibilità di liberarsi dal passato (la fragilità di Dave deriva dal trauma infantile che ha subito, Jimmy torna ad uccidere quando sembrava aver rinnegato i trascorsi criminali); l'innata conflittualità insita nei rapporti umani; il posto dei deboli in un società dominata dalla costante affermazione della legge del più forte, in cui le questioni private vengono regolate senza la mediazione dello stato di diritto (colpisce la spietata auto-assoluzione che pronuncia la moglie di Jimmy in una delle sequenze chiave del film, così come la beffarda parate finale); l'assenza di Dio, di cui la varia simbologia religiosa non è altro che una dolorosa denuncia. L'oscuro fiume Mystic del titolo richiama l'eterno fluire delle vicende umane, sempre drammaticamente uguali a se stesse. Film notturno, intenso (eccezionale la scena in cui Jimmy, avendo scoperto la morte della figlia, urla al cielo la propria rabbia disperata, trattenuto a stento dai poliziotti che lo circondano), ricco di rimandi interni (la macchina che porta via Dave, la prima volta per ucciderlo nello spirito, la seconda nella carne oppure la croce sull'anello di uno dei rapitori pedofili che ritroviamo tatuata sulla schiena di Jimmy), è secondo ai successivi Million Dollar Baby e Gran Torino solo perchè non raggiunge, pur avvicinandovisi, la stessa perfetta essenzialità tragica. Ma questo, più che un appunto a Mystic River, vuole essere un attestato di stima per gli altri due.

Con uno stile narrativo potente e classico, e con un montaggio che niente lascia di superfluo, Eastwood ci guida in un mondo permeato dalla “moralità” della forza e della vendetta. (Roberto Escobar, Il Sole 24Ore)


Regia: Clint Eastwood
Anno: 2003

Giudizio: ****

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