lunedì 3 maggio 2010

Vicky Cristina Barcelona


Dopo la trilogia londinese, Woody Allen opta stavolta per un'ambientazione mediterranea. Sospeso nella magia della calda atmosfera catalana, sottolineato dalla voce narrante fuori campo quasi fosse una fiaba, un intreccio di intrighi amorosi asimmetrici, a geometria variabile (coppie e triangoli che si formano e si sciolgono), è il pretesto per mettere in scena una colorita galleria di tipi umani ed ironizzare sulla contrapposizione (un po'stereotipata) fra l'indole nordamericana, pragmatica e conformisticamente puritana, e quella sudeuropea, invece romanticamente bohemien, ma anche melodrammatica ed inconcludente. Punto di contatto fra le due, Cristina (Scarlett Johansson) e Vicky (Rebecca Hall), giovani americane in vacanza in Spagna per un'estate, ne rappresentano i diversi volti: l'una irrequietamente alla ricerca di se stessa, insofferente agli schematismi sociali ed alle convenzioni borghesi, impulsivamente ansiosa di una libertà anche sentimentale, di cui è però incapace di sposare integralmente l'instabilità e l'anarchia (impersonate alla perfezione, invece, da una Penelope Cruz, nei panni della lunatica Maria Elena, adattissima al ruolo); l'altra, Vicky, più cerebrale, controllata, scissa fra il bisogno e l'angoscia della normalità, intimamente innamorata di un sogno che sa impossibile e che al tempo stesso la spaventa e destabilizza. Nessuna delle due troverà ciò che cerca veramente (e tanto meno l'amore), forse perchè neppure esiste. Allen inizia a delineare tra le righe la filosofia minimalista del "basta che funzioni" che troverà un'espressione più consolatoria nel successivo Whatever Works, rimanendo qui ancora possibilità di vita non soddisfacente, incompiuta. L'impressione è quella di un Allen più trattenuto, più convenzionale del solito e ne è una conferma l'umorismo meno illuminante e dissacrante di altre occasioni. Ma non mancano delle autentiche perle, come la parentesi sul padre del pittore Juan Antonio (Javier Bardem), poeta che odia l'umanità per l'incapacità di amare e la punisce privandola della bellezza delle proprie opere, che non pubblica per scelta.
Ci si passi infine l'arbitrarietà di un'interpretazione psicanalitica: il rapporto fra Juan Antonio e l'ex moglie Maria Elena ha sapore edipico, con lei che, morbosamente possessiva ed invadente nelle avventure amorose di lui, ricorda l'ingombrante ed inibitoria presenza di certe madri latine.



Regia: Woody Allen
Anno: 2008


Giudizio: ***

1 commento:

  1. Film carino che pero si regge tutto sulle spalel dell interpretazione straordinaria di Penelope Cruz...le altre 2 sono un po scarse.. il protagonista maschile si difende ma cmq viene sicuramente messo in ombra dalla cruz..
    Cmq è un film divertente e piacevole da vedere :)

    p.s.
    Vicky Cristina Barcelona, assieme all'acclamato Match Point, è il film più proficuo dell'ultimo Allen.[4] Infatti, in 122 giorni di programmazione e 700 cinema americani, ottiene un rispettabilissimo incasso di 22.913.815 dollari (superando così il budget di 15 milioni), mentre nel resto del mondo incassa ben 58.902.035 di dollari, portando il film a 81.815.850 dollari di incassi complessivi.

    Match Point è un altro film.. quello è da vedere :) sono 2 anni che te lo dico GUARDATELO !!!!

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