lunedì 5 luglio 2010

Oldboy



Secondo capitolo della trilogia della Vendetta del sudcoreano Park Chan-wook: un uomo, Oh Dae-su (Choi Mis-sik), viene sequestrato e tenuto prigioniero in un angusto appartamento per 15 anni. Improvvisamente liberato, fa della ricerca della verità (su chi l'ha rinchiuso e perchè) e della vendetta la sua missione. Con il supporto della giovane Mi-do (Kang Hye-jeong), di cui si innamora, rintraccia nel lontano passato la ragione del suo supplizio e scopre che la vendetta, di cui è stato a sua volta vittima, non è ancora terminata.
Park Chan-wook rielabora con originalità un ampio materiale narrativo e figurativo, che spazia dalla tragedia greca (con chiaro riferimento all'Edipo Re di Sofocle, di cui riprende il tema tabù dell'incesto ed il motivo dell'ostinato quanto doloroso desiderio di conoscere), alla tradizione fumettistica orientale (la vicenda è ispirata ad un manga), al genere pulp (nelle frequenti esplosioni di cruda violenza) e perfino ai videogames (nella sequenza del combattimento in corridoio). Di pari passo va la variabilità del registro stilistico, che conosce toni ora drammatici, ora poetici ed intimisti, a tratti grotteschi (talvolta un po' kitsch) e con accenni di humor nero. Nei meccanismi di una sceneggiatura tentacolare ma ben congeniata, sono calati i temi profondi della colpa, dell'espiazione, della vendetta: si avverte un sentimento tragico della vita (la "prigione più grande" a cui accenna Oh Dae-su), l'impotente ribellione all'infelicità esistenziale, l'angosciosa incomprensione di un fato di cui tutti i personaggi sono scacco.
Film pessimista, ma dal finale aperto alla speranza, fu molto apprezzato da Tarantino (tanto da averlo definito "il film che avrei voluto fare"), che lo ha premiato a Cannes.



Regia: Park Chan-wook
Anno: 2003


Giudizio: ***1/2

Nessun commento:

Posta un commento