mercoledì 7 aprile 2010

Bastardi Senza Gloria


Quentin Tarantino è un regista che va preso per il verso giusto. I suoi film, i migliori almeno, sono racconti accattivanti, narrati con stile inconfondibile, impreziositi da dialoghi spesso memorabili ed arricchiti da un universo di rimandi e citazioni talmente fitto da rendere impossibile coglierne tutte le sfumature. A voler andare oltre, a cercarvi altro, una chiave di interpretazione o semplicemente una visione del mondo, si rischierebbe di perdere di vista ciò che realmente è Bastardi Senza Gloria: il piacere di raccontare una storia, facendolo per altro molto bene.
Il tema della vendetta (caro già in passato a Tarantino, ma che assume qui una dimensione più epica) si coniuga nell'intreccio di due vicende parallele che convergono nella sequenza finale, assolutamente da antologia, autentico rito di espiazione per la coscienza della civiltà occidentale, il cui potere liberatorio è pari a quello di una seduta psicanalitica. Grazie anche a quella deformazione grottesca cui lo humor nero tarantiniano sottopone ufficiali e gerarchi nazisti, stolidamente ottusi quando non sguaiatamente osceni (Goebbels, Hitler), che in qualche modo facilita l'immedesimazione in un manipolo di eroi vendicatori, tutt'altro che convenzionali. Era dai tempi di Pulp Fiction che aspettavamo questo
momento: bentornato Quentin.

E' il cinema il vero trionfatore di questo film divertente, spensierato e colorato, che si può permette di riscrivere i destini della Seconda Guerra Mondiale in nome della passione cinefila. Paolo Mereghetti, Il Corriere della Sera

Regia: Quentin Tarantino
Anno: 2009

Giudizio: ***1/2

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