venerdì 2 aprile 2010

The Wrestler


Lottatore di wrestling al tramonto, Randy (un Mickey Rourke in stato di grazia, anche per la vicinanza biografica con il personaggio che interpreta) non si rassegna al trascorrere del tempo, che ha reso le glorie del passato ormai solo un ricordo. Rimpianto di ciò che è stato, ma non è più, e rimorso per quello che avrebbe potuto essere, ma non è stato, sono i fantasmi con cui Randy si trova a fare i conti, in un drammatico bilancio esistenziale che lo pone davanti ad un bivio: accettare realisticamente la fine di una stagione della propria esistenza per cominciare una nuova vita o inseguire masochisticamente quei fantasmi fino alla fine, costi quel che costi. Aronofsky mostra la parabola discendente di un eroe negativo, solo e ferito, devastato nel fisico e nell'animo. Molto si gioca sul contrasto: fra la forza bruta, muscolare del lottatore e la sua intima umanissima fragilità, fra le vittorie sul ring ("l'unico posto dove non mi faccio male"), vera linfa vitale a cui non sa e non può rinunciare, e i cocenti fallimenti nella vita. Per un attimo, la salvezza appare possibile: è nell'affetto dell'amica spogliarellista e nel recuperato rapporto con la figlia che Randy sembra colmare il proprio bisogno di amore, che cerca e trova una forza interiore che non sapeva di avere. Ma l'illusione dura poco: il destino della sconfitta incombe inesorabile ancora una volta, assieme a quella vocazione irrimediabilmente autolesionista che perseguita quelli che la società è solita chiamare perdenti.

Il wrestling, sport spettacolare ed artificiale per antonomasia, in cui messa in scena ed emozioni autentiche si fondono per la soddisfazione del pubblico, si presta molto bene come metafora della finzione cinematografica e del complesso rapporto fra rappresentazione e realtà.



Regia: Darren Aronofsky
Anno: 2008


Giudizio: ****

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