martedì 13 aprile 2010

V per Vendetta


In un futuro prossimo, la Gran Bretagna si è trasformata in un regime totalitario, che ricorda, anche iconograficamente, i nazi-fascismi: propaganda spudoratamente bugiarda, controllo totale dei mezzi di comunicazione, repressione violenta e censura omologante, persecuzione delle minoranze ed abolizione delle libertà personali. Un fantomatico personaggio mascherato, V, si batte contro la tirannia, con atti eclatanti ed uccisioni mirate, con la speranza di risvegliare le coscienze delle masse assoggettate e per perseguire una propria, personale vendetta. Lo assiste la giovane Evey e fra i due nascerà l'amore. Finale dolce-amaro. Ispirato ad una serie a fumetti, è un film pieno di rimandi, da Il Conte di Montecristo ad Il Fantasma dell'opera sul piano narrativo, da Orwell a Huxley per l'immaginario fantapolitico, ma c'è anche l'influsso di Chomsky. V è un simbolo e non se ne fa mistero, fino a palesare definitivamente la metafora ideologica ed il messaggio libertario nella suggestiva sequenza finale. Tuttavia, la fantasiosa caratterizzazione del personaggio (dal costume d'epoca al linguaggio squisitamente forbito, dal gusto per la citazione letteraria all'abilità anacronistica di maneggiare spade e pugnali) contribuisce a renderlo affascinante pur nella sua intrinseca astrattezza. Curiosa l'onnipresenza della lettera V, mentre la parentesi sulla prigionia di Evey con la rivelazione finale è un momento di cinema di grande spessore.

Film visionario, denso, sbilanciato, barocco ed apocalittico, va premiato, pur nella sua imperfezione, per la ricchezza ed il coraggio: accennare ad un attacco alla popolazione ordito dal potere politico per creare un clima di terrore e giustificare un'involuzione autoritaria non è da tutti, almeno in piena era Bush, post-11 Settembre.


Regia: McTeigue
Anno: 2005


Giudizio: ***1/2

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