venerdì 30 aprile 2010

Paranormal Activity


A dieci anni da The Blair Witch Project, Paranormal Activity ne ripete il fenomeno: film horror realizzato a bassissimo budget (15.000 dollari), è diventato un successo commerciale di portata mondiale, anche grazie ad un marketing particolarmente malizioso. Nulla di innovativo, nè nella storia (casa infestata da una presenza demoniaca e sede di fenomeni soprannaturali), nè nel tema (la lotta fra razionalità e forze occulte). Il tutto è filmato, e qui è forse l'elemento più originale, da una telecamera lasciata volutamernte accesa ventiquattr'ore su ventiquattro. L'espediente funziona per due motivi: dà un taglio documentaristico e quindi più credibile alla vicenda ed al contempo si presta perfettamente a focalizzare la tensione, allorquando il timer riportato sullo schermo, come se effettivamente si trattasse di una ripresa amatoriale, accelera durante la notte per poi rallentare improvvisamente, preannunciando l'imminenza di qualche spaventosa manifestazione. Parallelamente il climax che segna il precipitare degli eventi mantiene viva la suspense, mentre l'aver saputo puntare su fobie inconsciamente intime (paura del buio, paura di essere sorpresi nella vulnerabilità del sonno) favorisce l'immedesimazione dello spettatore. Infine, pregio da non sottovalutare, si punta sul non visto, sul non mostrato, con esiti indubbiamente inquietanti, almeno fino al finale, un po' deludente (diverso, fra l'altro, da quello presentato ai festival e da quello dell'edizione in DVD).

Insomma, il film dell'esordiente Oren Peli non si distingue, nè per spessore, nè per creatività, ma assolve bene il compitino di tenere lo spettatore inchiodato alla poltrona, il che è in fondo quello che si chiede ad un film di questo genere.



Regia: Oren Peli
Anno: 2009


Giudizio: **1/2

1 commento:

  1. Paranormal Activity, se incontro il regista lo prendo a selciate.......forse se avessi letto prima queste sacrosante parole me lo sarei risparmiato:
    «È una gran boiata, una scemenza pazzesca che non fa nemmeno paura. È stato solo un fenomeno pubblicitario.» Dario Argento

    RispondiElimina